lunedì 8 giugno 2020

Serie Tv -Step#22

"Incontri"


Prima puntata: Sera.

Cesare era un bambino molto sveglio, socievole e con un'ottima parlantina. Amava giocare in compagnia, scoprire il mondo e mangiare dolcetti. Una sera, attendendo che sua madre Carlotta preparasse la cena, stava sul divano a guardare la tv. Non poteva mancare alle 20 in casa Ferretti il tg di Mentana. Cesare non amava il telegiornale, ma si intratteneva a guardare le tante pubblicità. In particolare ce n'era una che lo proiettava in mondi assurdi. Si trattava della pubblicità di un profumo in cui esseri supremi dotati di poteri incredibili scioccavano tutti con la loro bellezza e magnificenza. Non ci fece mai molto caso, la fame e il profumino proveniente dalla cucina lo chiamavano.

Pronta la cena e iniziato il tg, la famiglia Ferretti si riunì attorno alla tavola per consumare il pasto. Di solito Cesare non prestava tanta attenzione alle farneticazioni degli adulti, ma ormai stava crescendo, era un ometto, voleva anche lui provare a entrare nel mondo dei grandi. Enrico Mentana parlava di fake news. Cesare non sapeva cosa significasse ciò e quindi chiese spiegazioni ad Alberto, il suo saggio padre. Alberto non sapeva come spiegare un fenomeno del genere, e perciò, lo liquidò dicendogli che si trattasse di falsi miti inventati da persone malvagie con scopi malefici.

Finita la cena e visto un film con mamma Carlotta, era l'ora di andare a dormire. L'infanzia è il momento decisivo in cui si costruisce la mitologia personale dell'uomo a partire dalla scoperta del mondo. Ed ecco che, aperta la porta del mondo onirico, Cesare sogna i residui di ciò che ha vissuto quella sera. Non capisce molto, i sogni non sono facilmente razionalizzabili, ma sogna e tanto.



Seconda puntata: Epifania.

Suona la radiosveglia e il conduttore radiofonico presenta la canzone “Sei un mito” di Max Pezzali. Scattò una scintilla nella mente di Cesare. Tutto finalmente si collegò olisticamente nella mente del bambino. Tutto tornava: la pubblicità del profumo, le fake news del tg, la canzone alla radio. Cesare aveva finalmente preso consapevolezza di come certe immagini che si proiettano per un unico istante nella nostra mente, stiano a richiamare il nostro Io interiore verso una più attenta analisi. Ma analisi di cosa? Dove portano questi fili di Arianna? Cesare è solo un bambino e non sa rispondere a questi quesiti.

Frastornato da tutte queste domande, fece colazione e si preparò per andare al parchetto vicino casa per giocare con gli altri bambini del q.artiere. Mamma Carlotta lo accompagnava spesso perché, essendo estate e non potendo permettersi la vacanza al mare, doveva pur trovare un modo per far svagare il bambino. Cesare ormai aveva un bel gruppetto di amici, habitué della villetta di quartiere. Come un Colombo che sa di aver scoperto qualcosa di nuovo ma non sa ancora di cosa si tratta, come quando si ha una parola sulla punta della lingua e si smania per riuscire a ricordarla, Cesare condivise immediatamente con i suoi amici il suo eureka. Si aspettava ovazione, curiosità, interesse. Invece la società di bambini non colse l'importanza delle sue parole e addirittura iniziarono a prenderlo in giro.

Cesare si sentì tradito, percepì una grande vergogna, voleva essere un Prometeo che porta il fuoco agli uomini, ma è stato preso per uno sciocco, un farneticante. Allora, ferito nell'orgoglio, prese a correre con fiumi di lacrime che dagli occhi scorrevano sulle glabre guance. Gli sembrò di aver corso così tanto da arrivare in una nuova dimensione, non era mai stato in quella zona del parchetto, mai avrebbe osato senza la presenza della mamma, eppure ormai vi si trovava.



Terza puntata: Sciagura.

Cesare iniziò ad errare soprappensiero per i sentieri della villetta. Quand'ecco che il giovane Dante incontrò il suo Virgilio, un tenero anziano che assomigliava ad una saggia civetta. Il vecchio era come una figura mitica, sembrava quasi un antico albero che avesse preso sembianze umane. Le folte sopracciglia, lo sguardo tenero e l'aria dolce rasserenarono Cesare che curioso gli si parò davanti. Senza nemmeno presentarsi, il bambino gli parlò della sua riflessione e della reazione dei suoi amici. Il saggio capì subito che si trattasse di una Odissea interiore, un viaggio infinito alla ricerca della propria mitologia, della propria vera essenza. Quindi gli parlò di cosa l'uomo è invero, trovando una risposta logica ad ogni domanda.

Tutto aveva finalmente senso, ma il prezzo per quelle risposte fu caro per Cesare. Il ragazzo nel momento dell'addio, fece per voltarsi, ma il vecchio riprese a parlare. Nulla si da in cambio di nulla, e perciò, il vecchio gli profetizzò un futuro oscuro. Cesare non ci fece molto caso, ma spaventato se la diede a gambe levate verso il luogo di ritrovo dei suoi amici, nella zona del parco più battuta da lui.

Si voltò solo un attimo per vedere se l'anziano fosse ancora lì, si rigirò e sbatté la testa contro un palo. Pochi secondi dopo rinvenne. Cesare era uscito dal paese delle meraviglie, aveva varcato una soglia metafisica. Non ricordava più nulla né di quanto appreso né delle sue riflessioni, e come se nulla fosse tornò dalla mamma. Carlotta lo rimproverò a gran voce, per poi lasciarlo tornare dai suoi amici solo dopo essersi assicurata che suo figlio non si sarebbe più allontanato.

Oggi Cesare s'è fatto adulto, nulla ricorda di quella esperienza, ma il monito del vecchio nel frattempo si è avverato. Cesare ha venduto la sua innocenza ad una multinazionale per cui lavora in qualità di ingegnere ed il mondo intorno a lui s'è fatto grigio per sua stessa mano. Egli non ricorda più l'importanza di una ricerca interiore del bene, del mito e della fantasia. Cesare stesso è l'artefice della distruzione del fu caro parchetto, in favore del grattacielo della nuova sede centrale della sua azienda.

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