lunedì 30 marzo 2020

Mito nella mitologia -Step#04


Ieri sera mi ero perso tra i pensieri notturni che assoggettano il sonno, quando d'improvviso immaginai la mia vita come meta-vita... come se fossi personaggio del racconto di qualcun altro. Dopo la quiete notturna, stamattina ho deciso di fare lo stesso con il concetto di cui mi sto appassionando: il mito.
Esiste un meta-mito, inteso come mito che tratti di un mito?

Non credo che esista un mito autoreferenziale, poiché questo trascenderebbe dalla definizione e dal senso che gli abbiamo attribuito. Allora che fare?
Beh, esistono un'infinità di miti delle origini, a partire dai miti cosmogonici, fino ai miti eziologici. Quest'ultimi sono - a mio parere - i miti in senso più assoluto, quelli che ricercano nella casualità propria un certo senso di mitologia - intesa come mistificazione della realtà - attraverso un racconto immaginario.
Per questo motivo, ispirato da Ovidio, ho deciso di dedicarvi il mito di Apollo e Dafne.
Ne "Le Metamorfosi", libro da cui è tratto, il poeta latino ha infatti reso celebri e trasmesso ai posteri numerosissime storie e racconti mitologici della classicità greca e romana.

Apollo e Dafne di Gian Lorenzo Bernini

Leggi il mito di Apollo e Dafne secondo Ovidio


Da questo mito si capisce la vulnerabilità delle creature divine, che tanto quanto un umano non riescono a resistere all’amore, e che risultano essere anche irascibili e vendicativi. Il racconto nasce infatti dal rapporto conflittuale tra Apollo e Cupido: il primo ha la colpa di aver offeso Cupido e l’altro di non essere stato superiore agli insulti di Apollo.
La morale mitica in realtà si concentra sull'amore, sostenendo che sia inutile porre in atto tentativi di conquista se l’essere amato non ricambia gli stessi sentimenti. Invece, in chiave cristiana (attraverso le interpretazioni nate durante il medioevo), si può leggere tra le righe un invito al rispetto del prossimo, che, qualunque sia la sua scelta va rispettato in barba alla violenza.



Riferimenti:
https://doc.studenti.it/altro/epica/2/apollo-dafne.html
http://www.iconos.it/le-metamorfosi-di-ovidio/libro-i/apollo-e-dafne/

domenica 29 marzo 2020

Dario Fo in "Icaro e Dedalo"

A seguito del mio post precedente riguardo la mia interpretazione iconografica della parola mito, voglio non lasciare insoddisfatta la vostra curiosità sul mito di Dedalo e Icaro.
Trattasi di uno dei miti più famosi, ma che può sempre regalare sorprese, come questa interpretazione in chiave toscana del grandissimo Dario Fo, della versione del mito di Luciano di Samosata

Molto curiosa è inoltre la forte critica che fa nell'introduzione del suo spettacolo. Fo, infatti, interpreta ingiuriosamente il mito in chiave moderna: accostando la figura del giovane Icaro con quella dei giovani d'oggi.

Buona visione!

venerdì 27 marzo 2020

Indagine storico-linguistica -Step#02

Dopo aver discusso sul suo significato, sulla sua etimologia e sui suoi usi nelle lingue a noi lontane, credevo non ci fosse più nulla da dire sul termine mito. Eppure la mia curiosità non era sazia, dovevo approfondire la storia di questa parola.

Ripensandoci, quando parliamo di mito, non ci riferiamo sempre e soltanto ad un racconto, ad una favola o ad una leggenda. Partendo dagli 883 con la loro celebre canzone, noi tutti utilizziamo questo termine nelle più disparate espressioni, attribuendo ad esso diversi significati.

  •  "il mito di Garibaldi". Mito inteso come idealizzazione schematica o semplificata di un evento, di un personaggio o di un fenomeno sociale, che esprime i valori e le aspirazioni di una collettività e ne determina i comportamenti.
  • "il mito rousseauiano del buon selvaggio", inteso come motivo ispiratore o trasfigurazione ideale nell’opera di uno scrittore o di un’artista.
  • "il mito del benessere", "il mito dell’uguaglianza sociale", come rappresentazione ideale o ideologica di un’aspirazione collettiva.
  • "il mito di Hollywood", come immagine amplificata o alone leggendario che si crea attorno a un personaggio o a un fenomeno del costume sociale.
  • "quel personaggio è davvero un mito!", come persona o cosa che si segnala per particolari doti o qualità.


In definitiva, si può senza dubbio affermare che tutte queste sono espressioni farcite di un dolce significato positivo.
Ma perché questo termine nel tempo si è evoluta in questo modo? Esiodo avrebbe mai pensato che la parola con cui lui etichettava la sua teogonia avrebbe preso questa svolta?

Facciamo chiarezza..
Nel pensiero filosofico il termine indica, già dall’antichità, il racconto fantastico che non prevede dimostrazione, e in questo senso è opposto al logos (la dimostrazione ben fondata della verità), cui si attinge invece attraverso l’argomentazione razionale. Vico è il primo pensatore moderno che avvia una riflessione sul mito in una prospettiva storico-antropologica. La comprensione mitica per Vico, segna una fase autonoma, non complementare o superiore rispetto alla ragione. Il mito si esprime in favole che sono «maniera di pensare d’intieri popoli […] ne’ tempi della loro maggior barbarie», e che precedono la ragione: «la mente umana, la qual è indiffinita, essendo angustiata dalla robustezza de’ sensi, non può altrimenti celebrare la sua pressoché divina natura che con la fantasia».
Ma la vera svolta si ha fra il sec. 19° e il sec. 20°, durante i quali è stato condotto uno studio del mito secondo molteplici approcci disciplinari: in chiave sociologica (Durkheim, Lévy-Bruhl), in chiave antropologico-strutturalistica (Lévi-Strauss) o etnologica (Malinowski); in chiave storico-religiosa (Otto, Eliade); in chiave psicoanalitica. Mi ha incuriosito particolarmente quest'ultima: per Freud il mito, come il sogno, è espressione del linguaggio simbolico. Cassirer, invece, riassorbe il mito all’interno della più generale connotazione dell’uomo come «produttore di simboli».
Il mito è poi stato studiato anche in una prospettiva sociologico-politica. È stato rilevato che nel pensiero e nei movimenti politici moderni esso ha non di rado una funzione assai importante. La prospettiva della società comunista delineata da Marx – in cui saranno aboliti lo Stato, le istituzioni politico-amministrative e il denaro – contiene evidenti elementi mitici. Il teorico del sindacalismo rivoluzionario Georges Sorel ha giustificato il ricorso al mito, in quanto esso dà «un aspetto di piena realtà alle speranze di prossima azione», e quindi è assai utile per costruire una società nuova.
In ultima istanza, mito è dunque anche speranza nella quale trovare rifugio, che di questi tempi non guasterebbe.



Riferimenti:
https://dizionario.internazionale.it/parola/mito
http://www.treccani.it/enciclopedia/mito_%28Dizionario-di-Storia%29/

giovedì 26 marzo 2020

Poliglottismo -Step#01bis

Dopo aver chiarito la definizione di mito, ho voluto proseguire l'indagine riguardo questa parola approfondendo attraverso lo studio delle lingue straniere.
Il mito e la mitologia sono fondamento di tutte le culture che si sono sviluppate intorno al globo, dunque il concetto di mito è necessariamente presente nel lessico di tutte le popolazioni terrestri.
Per trovare una parola che abbia una radice diversa da quella italiana, bisogna però andare molto lontano dal mondo occidentale. Infatti, tutte le lingue moderne parlate nel nostro continente o nelle americhe, si sono adeguate alla koiné dettata dalla radice greca μῦθος (mythos) di cui abbiamo già trattato precedentemente. 




Myth, mito, mythe, mit, mýtus, Mythos, myte, миф (mif), ...

Nonostante la grande difficoltà nel trovare lingue che non abbiano adottato la stessa radice ellenica, è pur sempre possibile trovare qualche esempio:
  • leġġenda maltese.
  • أسطورة  ('ustura) arabo. Anche questo termine deriva dal greco antico, ma da ἱστορία (historía) che significa: ricerca, indagine, cognizione. Molto interessante, inoltre, l'ulteriore radice indoeuropea di questa parola da cui il greco οἶδα «sapere». Questo ci fa riflettere sulla funzione didattica del mito, inteso come fonte di sapere proveniente da una coscienza popolare antica.
  • hadithi swahili. Il forte legame commerciale tra i popoli dell'Africa orientale, centrale e meridionale con il mondo arabo spiega l'etimologia della parola. Questa deriva infatti dall'arabo حَدِيث‎ (ḥadīṯ), che significa: storia, notizia.
  • 神話 (Shénhuà) cinese tradizionale. Al contrario questo è il termine più antico da cui traggono spunto molte delle lingue estremorientali:
    • 神話 (shinwa) giapponese.
    • 神話 (sinhwa) coreano.
    • 神話 vietnamita.


Riferimenti:

domenica 22 marzo 2020

Il mito della mela -Cinema

A continuazione dell'articolo precedente riguardante il mito della mela di Platone, ritengo sia interessante farne un'attualizzazione moderna.
Al giorno d'oggi l'arte più espressiva e più quotidiana, capace di arrivare a tutti in maniera democratica, credo sia il cinema. Vi delizio, dunque, con una dolcissima scena tratta da un film, che fa parte ormai della cultura pop italiana, che cita appunto questo mito. Si tratta di "Tre uomini e una gamba" del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo.

Nella scena Giacomo Poretti, promesso sposo, capisce che il suo matrimonio non s'ha da fa' e che l'altra metà dell'androgino si può incontrare casualmente in qualunque momento, portando ad uno stravolgimento totale della propria vita.



venerdì 20 marzo 2020

Il mito delle metà -Interpretazione

Data la mia smielata vena romantica e approfittando delle mie conoscenze del mondo classico, oggi voglio proporre un mito che mi ha appassionato durante i miei studi scolastici.
Si tratta del mito delle metà o mito dell'androgino narrato in un dialogo del Simposio di Platone. 

Parla Aristofane, grande commediografo greco, e racconta:
"Un tempo gli uomini erano esseri perfetti, non mancavano di nulla e non v’era la
distinzione tra uomini e donne. Ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li spaccò in due: da allora ognuno di noi è in perenne ricerca della propria metà, trovando la quale torna all’antica perfezione..."
(consulta il mito completo qui


(Vi lascio all'immaginazione la visione delle mie professoresse di greco e di filosofia messe schiena contro schiena a simulare tale posizione. Immagine tanto ilare dato che una fosse molto più alta dell'altra.)

Interpretazione personale:
Anche se il mito riguarda l'eros e l'amore, credo si possa trovare in esso metaforicamente non solo la ricerca della propria dolce metà, ma anche della propria natura. Ricerca interiore, dunque, verso una certa maturità psicologica e intellettiva che sta dentro di noi e che dobbiamo riscattare a noi stessi.
Sta proprio in questo il lavoro dell'ingegnere a mio parere. Data una necessità, l'ingegnere deve trovare dentro di sé -sfruttando le conoscenze acquisite- la metà che completi la mela e porti alla dissoluzione della matassa.


Riferimenti:

giovedì 19 marzo 2020

Definizione mito -Step#01

Mito. 

Questa è una parola molto lontana dalla percezione ingeneristica. Un ingegnere, uomo di scienze che vive di esperienze tangibili, non può nemmeno immaginare di credere in una favoletta.
Ma approfondiamo il senso del "mito".

Etimologicamente mito ha una radice molto antica. Dal greco μῦϑος che significa: parola, discorso, racconto, favola, leggenda. Credo sia molto interessante la prima traduzione dal greco suggerita dal Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana, perché ci mostra come nel mondo antico il mito fosse la parola attraverso la quale in passato si potesse trasmettere alle nuove generazioni le proprie conoscenze, i propri usi e costumi, seppure dando una spiegazione fantasiosa.


Dovendone trovare però un collegamento con il mondo dell'ingegneria a cui mi sto approcciando, risulta secondo me essere troppo generica, seppur correttissima, la definizione data dal dizionario Treccani:
"Narrazione fantastica tramandata oralmente o in forma scritta, con valore spesso religioso e comunque simbolico, di gesta compiute da figure divine o da antenati (esseri mitici) che per un popolo, una cultura o una civiltà costituisce una spiegazione sia di fenomeni naturali sia dell’esperienza trascendentale, il fondamento del sistema sociale o la giustificazione del significato sacrale che si attribuisce a fatti o a personaggi storici; ...".
Spero per questo motivo di riuscire nei prossimi mesi a sviscerarne il significato, creando un ponte che colleghi il mito all'aridissimo materialismo dell'ingegnere, per infine riuscire a metabolizzare una nuova idea di questo concetto, e perché no, anche riguardo la figura dell'ingegnere e della sua materia.

mercoledì 18 marzo 2020

Mito moderno -Musica

Il primo contenuto multimediale che mi è venuto in mente pensando al mito nel mondo odierno è la canzone degli 883 "Sei un mito". (ascoltala anche in versione quarantena da covid-19)
Seppur la canzone mi sia venuta in mente per un collegamento sinaptico involontario, possiamo trovare degli spunti di riflessione anche da questa.



La canzone racconta l'appuntamento tra un ragazzo e una ragazza. Lui, impacciatamente innamorato di lei, è incredulo per essere riuscito ad ottenere un tête-à-tête dalla ragazza tanto ambita, vista da tutti così impossibile. Il protagonista alla fine corona il suo sogno e passa un'incantevole serata con quello che era il suo mito. 

Trovo molto interessante poter fare un confronto tra questo tipo di incontro e quello avvenuto tra Perseo ed Andromeda.

(Bellissimo, tra l'altro, questo dipinto del maestro Gustave Doré che rappresenta l'attimo precedente all'incontro tra i due personaggi)

Il primo dà principio ad un amore passionale e carnale, il secondo ad un amore stoico ed eterno. Perseo salvò Andromeda da un mostro marino, ottenendola in sposa. Il protagonista della canzone, invece, al massimo può aver salvato la sua fanciulla dal tedio dell'ennesima serata mal riuscita.
Lungi da me, però, giudicare quale dei due eroi abbia ottenuto l'amore migliore.

(Potremo comunque approfondire meglio il mito di Perseo in un altro articolo del blog.)