Due amici di vecchia data, Andrea e Dario, si trovano nel solito bar vicino casa. L’estate sta finendo e i due sono tornati da poco in città dalle vacanze estive.
ANDREA.
(entra
nel bar) Ehilà! Come andiamo? (abbraccia D.).
DARIO.
(dando
una pacca sulla spalla ad A.) Tutto bene, caro! E tu?
ANDREA.
Non c’è
male. E allora? Questa vacanzina? (si siede al tavolo).
DARIO.
Non hai idea
di quante ne ho da raccontare (prende posto).
ANDREA.
Si va be’, sei
il solito mattacchione!
DARIO.
Eh, sì! Mi
sono dato alla pazza gioia (sorride ironicamente), e tu? (fa un cenno
al cameriere per ordinare)
ANDREA.
Lo sai, ero
con Giulia… (alza gli occhi al cielo) che noia quella tipa.
DARIO.
Non stare
sempre a lamentarti. Sicuramente non sarà stato così male.
ANDREA.
Forse hai
ragione. Alla fine mi sono goduto un po’ di mare, un po’ di relax e qualche
bella ragazza (ride).
DARIO.
(ride)
Tu sempre a quello pensi, birbantello!
ANDREA.
E tu che hai
combinato?
DARIO.
Sai, solita
solfa. In montagna, la natura, i ruscelli… Una fetta di paradiso il Piemonte.
Piuttosto,
hai avuto notizie di Marco? (poi, voltandosi verso il cameriere) Due caffè,
per piacere. (guarda A. cercando consenso) Tanto Marco ritarderà come al
solito.
ANDREA.
Marco?
Sempre in ritardo lui, quell’uomo è un mistero. Comunque no, non si è fatto
sentire nemmeno una volta.
DARIO.
Lui sì che si
sarà divertito a Mykonos!
ANDREA.
Eh già!
Carlotta mi ha detto di averlo sentito. A quanto pare si è fatto fare i capelli
rasta.
DARIO.
No, non ci
posso credere! Sarà un’oscenità! (strabuzza gli occhi) Pensa che Giulio ha
visto una foto di lui al pronto soccorso. Pare che sia finito in un giro di
droga laggiù.
ANDREA.
Non dire
assurdità! Sai che Marco è un po’ ingenuo, ma non si direbbe fino a tal punto.
DARIO.
(aiutando
il cameriere a servire il caffè) Giulio dice che aveva sicuramente fatto a
botte con qualcuno, perché aveva il naso rotto.
ANDREA.
(quasi
sputando il caffè appena sorseggiato) Si è rotto il naso?!
DARIO.
A quanto
pare… Speriamo non si sia trattato di qualcosa di eccessivamente grave.
ANDREA.
Speriamo…
Anche perché sostenere le spese mediche non sarà facile per lui, dato che gli stanno
pignorando la casa.
DARIO.
Cosa?! Non
ne sapevo nulla! Non me ne ha mai parlato.
ANDREA.
Sai che non
ama parlare di soldi. Non ne ha parlato neppure a me. Me lo ha raccontato la
sua ex ragazza.
DARIO.
Mamma mia! Eppure,
lui è un così bravo ragazzo (pensieroso sospira). Non è da lui.
ANDREA.
Hai proprio
ragione Dariuccio, ma sai, magari è cambiato e non ce ne siamo nemmeno accorti
(fa spallucce).
DARIO.
Quando
eravamo più piccolini è sempre stato il più giudizioso dei tre. Ricordi? Noi
sempre lì a far baldoria e lui con la testa fra i libri.
ANDREA.
Magari starà
recuperando il tempo perso in epoca liceale. Che so (ride).
DARIO.
Ma va!
Proprio non me lo spiego…
ANDREA.
(porge le
tazzine al cameriere) Grazie!
CAMERIERE.
A lei!
MARCO.
(entrando
nel bar) Guarda chi si vede! Il gatto e la volpe! (ride)
ANDREA.
Eccolo! (ride)
DARIO.
Alla buon’ora,
furfante! Dove hai lasciato i tuoi rasta? (continuando a ridere)
ANDREA.
Gli saranno
caduti lungo la strada (ride). Ma poi, che rinoplastica perfetta, no? (cercando
approvazione da A.)
DARIO.
Ma sì,
chissà quanti danari avrà sganciato il nostro Casanova! (ride)
MARCO.
(prendendo
posto) Ma di che diamine parlate voi cialtroni? Sempre a farneticare state.
DARIO.
Vedi che le
notizie corrono veloci. Sappiamo tutto, vuota il sacco!
ANDREA.
(spalleggiando
D.) Che vacanza da leoni, eh?
MARCO.
Non ho
proprio idea di che cosa stiate parlando voi due. Sono stato a Mykonos a
trovare mio zio Ioannis, mi sono preso cura di lui. Non ho fatto nessuna
vacanza da leone… (si acciglia perplesso)
ANDREA.
Ma come? Non
starai mentendo proprio a noi due. Sappiamo della casa pignorata.
DARIO.
A proposito,
se hai bisogno di una mano, vieni pure a stare da me.
MARCO.
Pignorando
la casa? Ma se l’ho appena comprata! (ride perplesso) Grazie Dario, ma non
ne ho bisogno. Ma poi di che rinoplastica state parlando? Chi l’ha fatta? La
moglie di Giulio?
DARIO.
Sì sì,
certo! Fai pure il finto tonto, sappiamo del giro di droga in cui sei finito.
ANDREA.
Smetti di
tenerci all’oscuro di tutto!
MARCO.
Certo, dimenticavo
il traffico di farmaci che portavo dal negozio al letto dello zio (ride sarcastico).
DARIO.
Su, fa
vedere (afferra il volto di M. dal mento e lo squadra). Proprio un
ottimo lavoro, è proprio identico, non c’è che dire.
MARCO.
E mollami,
idiota! (allontanando seccato la mano di D.) Non ho fatto nessun
intervento. Smettetela di seccarmi, fate i seri.
ANDREA.
Non stiamo
farneticando, scemo. Sono state diffuse notizie false sul tuo conto.
MARCO.
Siete dei pecoroni.
Sentiamo, cosa vi hanno detto su di me?
DARIO.
Beh, Giulio
mi ha detto di aver visto una tua foto al pronto soccorso e la tua carissima (ride
ironicamente) ex ragazza mi ha detto della casa.
ANDREA.
A me quella
stupida di Carlotta ha detto dei rasta.
MARCO.
Siete stati
raggirati come dei citrulli. Non bisogna credere a tutto quello che la gente
dice in giro.
DARIO.
Hai proprio
ragione, mi sento così sciocco.
ANDREA.
Eh sì, avremmo
dovuto chiedere direttamente a te, la fonte più attendibile di tutti. Ci dispiace.
MARCO.
Non vi
preoccupate, sono cose che capitano. State più attenti in futuro (da una
pacca sulla spalla a D. e A. per smorzare la tensione).
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